“Un modello unico in Italia che migliorerà la qualità della vita ai cittadini lombardi garantendo nel contempo una maggiore appropriatezza”. Così Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare ha definito l’ultimo provvedimento approvato dalla Regione sul riordino della rete di offerta e modalità di presa in carico dei pazienti cronici e/o fragili. “Nel provvedimento – ha spiegato l’assessore -, che attua quanto previsto dal ‘Piano nazionale della cronicità’, siamo andati a definire nello specifico il ruolo del ‘Gestore’ ovvero di chi sarà titolare della presa in carico dei pazienti cronici e o fragili e garantirà il coordinamento e l’integrazione tra i differenti livelli di cura ed i vari attori. Possono essere gestori, le strutture sanitare e sociosanitarie accreditate e a contratto con il Ssl (Sistema sanitario lombardo), le cooperative di medici di famiglia, il Mmg singolo come co-gestore di una struttura accreditata e a contratto”. “Come più volte ribadito – ha proseguito – la Regione ha sempre sottolineato l’importanza di attribuire un ruolo cardine al medico di medicina generale, all’interno della riforma. Per questo motivo sarà lui a scegliere come aderire al nuovo sistema: in qualità di gestore, organizzandosi in forme associative, sotto forma di co-gestore, collaborando con i soggetti gestori, (in questo caso redige il Pai e sottoscrive insieme al gestore il ‘Patto di cura’). Nel caso non intenda partecipare alla presa in carico, potrà, in ogni caso, ricevere il Pai dal gestore scelto dal suo paziente, sul quale è chiamato a esprimere il proprio parere”.
Il gestore non potrà superare la quota massima di 200.000 pazienti presi in carico contemporaneamente, sottoscrive il patto di cura con il paziente e redige il Pai (Piano assistenziale individuale); prende in carico proattivamente il paziente, anche attraverso la prenotazione delle prestazioni; eroga le prestazioni previste dal Pai, direttamente o tramite partner di rete accreditati; monitora l’aderenza del paziente al percorso programmato.
“Per consentire l’attuazione del Pai – ha spiegato Gallera – esistono alcune funzioni di assistenza dal quale il gestore non può prescindere e che deve garantire. Le funzioni sono ricomprese in due macro ambiti: organizzativo e tecnologico. Per quanto riguarda quello organizzativo deve essere dotato di figure professionali inquadrate tra personale infermieristico, assistenti sociali e personale amministrativo; sul fronte tecnologico, invece, deve garantire un accesso rapido e facilitato del paziente a tutte le prestazioni programmate ed effettuate; infine, deve permettere la condivisione di tutte le informazioni relative al percorso di cura tra i diversi utenti, quali erogatore, medici di medicina generale, medici specialisti, Rsa, centri diurni, eccetera”.
“Affinché chi si candida a diventare gestore possa avere contezza del servizio e prestazioni che dovrà garantire – ha aggiunto l’assessore – abbiamo introdotto lo strumento ‘set di riferimento’. Si tratta dell’insieme delle attività correlate alla patologia cronica che contribuiscono a individuare la tariffa. Sulla base di questo ‘set’ le tariffe di presa in carico, all’anno, saranno: pari a 35 euro per i pazienti mono patologici (livello verde); pari a 40 euro per i pluri patologici (2/3 patologie – livello giallo; pari a 45 euro per i pazienti con più di 4 patologie (livello rosso). L’idoneità dei gestori è valutata, dall’Ats territorialmente competente, sulla base della modalità di erogazione delle attività di presa in carico; sulla completezza della filiera erogativa per i livelli e le aree di patologia o set di riferimento per cui si candida; sulla copertura dell’area territoriale e sul coinvolgimento del medico di medicina generale e dei pediatra di libera scelta)”.
“Una riforma vera, che cambia la routine, gli approcci. Capisco le critiche e le obiezioni, ma siamo assolutamente convinti che sia la strada giusta, perché anticipiamo il futuro e ne siamo molto soddisfatti”. Ha aggiunto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. “Avrà un impatto molto importante sui pazienti cronici, prevalentemente anziani, che hanno bisogno di essere assistiti a casa – ha spiegato Maroni – e in questo la nostra riforma innova. Che la riforma lombarda sia avanzata, ha aggiunto il governatore, è testimoniato anche dal fatto che il Governo non l’ha impugnata, nonostante modifichi i principi generali del sistema sanitario nazionale, ritenendola così avanzata da costituire un possibile modello anche per il resto del Paese”.
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