Come affermato dall’OCSE nel contesto del G7di Parigi, solo l’investimento sui medici di famiglia e sulla loro capacità di lavorare in team anche con altre figure sanitarie migliora la salute e rende il sistema sanitario più efficiente ed equo.
Tutto questo non può prescindere da una capacità di gestione delle risorse umane, delle risorse tecnologiche ed economiche che deve essere affidata alle nuove generazioni dei medici di famiglia visto l’imminente ricambio generazionale.
Oggi a causa del forte invecchiamento percentuale della popolazione in carico, al MMG viene chiesto di dotarsi di risorse umane e tecnologiche, che permettano una ridistribuzione degli aumentati carichi di lavoro e soprattutto una migliore appropriatezza, partendo dai microteam (medico, infermiere e assistente di studio) quale elemento elementare di cure primarie che possa essere anche integrato nelle forme più complesse già presenti nelle forme organizzative della Medicina Generale.
Da questo nasce la necessità di formare giovani medici verso le competenze necessarie per creare e organizzare strutture complesse distribuite capillarmente sul territorio costruendo una rete integrata che dia risposte alle crescenti necessità di assistenza alla cronicità e alla non autosufficienza, sostenga la prevenzione, garantendo l’equità del SSN anche attraverso l’integrazione di soggetti sussidiari.