Finalmente il Ministro Schillaci si è espresso a favore dell’istituzione della scuola di specializzazione in Medicina Generale, scuola presente nel resto d’Europa, e possibilmente equiparando il valore economico delle borse di studio a quello delle altre specializzazioni (attualmente circa 800 euro versus i 1700 euro circa): si incentiverebbero così i giovani medici ad intraprendere la carriera di medici di famiglia.
Il Ministro ha inoltre prospettato l’assunzione a dipendenza dei medici che lavoreranno nelle future Case di Comunità e il passaggio a dipendenza volontaria per i medici attualmente a contratto di convenzione.
In ogni caso va fatta una profonda riflessione sull’attuale status giuridico del medico di medicina generale.
I medici attualmente in servizio, non sono più tutelati da uno strumento contrattuale obsoleto come la attuale Convenzione.
Noi medici di famiglia infatti, da un lato abbiamo perso nel tempo, di convenzione in convenzione, la possibilità di esercitare liberamente la professione medica, grazie ad un controllo della parte pubblica ormai ossessivo sulla nostra attività, ricevendo in cambio un progressivo demansionamento e una burocratizzazione del lavoro senza precedenti e non più compatibile con la libertà di cura.
Dall’altro canto, della libera professione non ci rimane che il “rischio di impresa” che non viene più neanche compensato dai guadagni, considerato che il potere d’acquisto degli stipendi si è ridotto del 50% negli ultimi 10 anni, a fronte di aumenti retributivi di fatto inesistenti; il tutto aggravato dalla mancanza totale di tutele in caso di infortunio, gravidanza o lunga malattia; per non parlare della assenza di ferie retribuite e di trattamento di fine rapporto.
La politica dovrà dare, nell’immediato futuro, delle risposte concrete e risolutive a tali istanze, indipendentemente dallo status giuridico che si vorrà attribuire al medico di medicina generale.
Altrimenti continuerà inesorabile la desertificazione della della categoria, preludio al de profundis dell’intero Servizio Sanitario pubblico.